Francesco
Antonio Broccu nacque a Gadoni il 16 maggio 1797, da
Battista e Angela Poddi.
Fin
da piccolo dimostrò una spiccata tendenza per la
meccanica, ma i suoi materiali erano la ferula ed il
sughero, le canne e gli elastici, con i quali costruiva
ingegnosi giocattoli.
A
ventidue anni costruì un orologio a pendolo, che aveva
come quadrante un pannello della porta d'ingresso della
sua abitazione: le lancette, rivolte verso l'esterno,
davano al passante la possibilità di leggere l'ora.
Questo
orologio, assieme ad un telaio semiautomatico realizzato
sempre dal Broccu rimase in eredità ad una sua nipote e
fu poi ceduto nel 1932 al canonico Giuseppe Lai, allora
parroco di Gadoni, che lo custodiva gelosamente in una
stanzamuseo della sua casa di Oristano. (Pare che la
sorella del canonico abbia venduto il tutto ad un
turista americano di cui non si hanno notizie).
Dottor
Bonu, parroco di Gadoni, in due distinti periodi (dal 20
novembre 1919 al 2 febbraio 1922 e dal 1° agosto 1933
al 6 novembre 1947), ha raccolto in "Veglie
Barbaricine", interessanti notizie su Francesco
Antonio Broccu e cita alcune realizzazioni:
-
un mulino a "ruota verticale" abbinata alla
tradizionale mola sarda trainata
da
un asinello; un mulino ad acqua, costruito in località
"Sa Cola", anch'esso con una grande ruota che
riusciva ad imprimere alla mola ben trenta giri per ogni
suo giro. Questo mulino rimase in esercizio fino agli
inizi del nostro secolo, quando ne venne costruito uno
più moderno da un altro gadonese, Diego Cocco;
rientrato per un breve periodo dall'America;
-
un organo realizzato con delle comuni canne andato poi
completamente distrutto;
-
una campana, detta "Sa campana de Maistu Broccu",
fusa dal Broccu in modo artigianale per il convento dei
Frati Minori di Gadoni e che egli stesso suonava ogni
giorno;
-
un crocefisso in legno di ottima fattura del quale non
si ha più notizia;
-
una "matracca o regulas", la quale aveva al
posto dei campanelli, dei battenti in ferro e produceva
un suono tanto forte che ancora oggi, a Gadoni, per
indicare un suono assordante, si usa dire "parit sa
matracca de Maistu Broccu". (Veniva usata la
Settimana Santa);
-
una pistola a tamburo a quattro palle (collezione Dr.
Luigi Caocci - Aritzo);
-
una pistola a quattro canne (collezione Dr. Mariano
Contu - Desulo);
-
una pistola a due canne (collezione Floris-Vacca -
Gadoni);
-
un fucile a canne sovrapposte, 1846 (collezione
Floris-Carboni - Gadoni).
La
pistola a tamburo a quattro palle della collezione
Caocci, pare sia stata esaminata da Carlo Alberto nel
suo secondo viaggio in Sardegna nel 1843.
Il
Broccu fu invitato a Cagliari per un corso di
perfezionamento e gli venne messa a sua disposizione una
somma dì denaro, ma essendo affezionato al suo paese,
non prese una decisione in merito. |